venerdì 25 agosto 2017

In corpore sano - Danila Comastri Montanari


Titolo originale: In corpore sano - 1991

Roma, Anno 43 d. C.. Publio Aurelio Stazio, è a cena con Pomponia e Servilio, quando viene interrotto dalla visita di Shula, serva (col vizio di bere) di Mordechai, un commerciante israelita di Trastevere, che lo prega di recarsi immediatamente a casa del suo padrone con un medico. Publio Aurelio si precipita sul posto e trova l'amico intento a soccorrere la figlia Dinah riversa in una pozza di sangue. Purtroppo, ogni aiuto risulta vano: la ragazza, in agonia, muore pronunciando poche parole sconnesse in greco (lingua che non conosce nemmeno). Gli accertamenti clinici sul cadavere stabiliscono che il dissanguamento è stato provocato da un procurato aborto; Eleazar, fidanzato della giovane, è scioccato e nega risolutamente di essere il padre del bambino (visto che è un uomo all'antica), anzi, accusa Dinah di essersi venduta a un goy, un romano. Mordechai, ben sapendo che per le leggi dell'Impero non è stato commesso alcun reato, chiede a Publio Aurelio, in nome della loro antica amicizia, di trovare il vero responsabile e di riferirgliene il nome. 
Parte così la ricerca nei segreti della Roma ebraica del I secolo d.C., che condurranno Publio Aurelio nel lupanare (bordello) di Oppia e negli studi medici della città, dove farà anche la conoscenza di una affascinante dottoressa, Mnesarete, dedita a curare principalmente i bisognosi.

Sui libri gialli non si può mai svelare troppo. Sto cercando di leggere in ordine i romanzi di questa serie, infatti questa è la seconda indagine di Publio Aurelio Stazio.
L'ambientazione è interessante, e si capisce che la Comastri Montanari è una professoressa, perchè ti tira fuori il "parolone" romano e poi ti spiega cosa significa. In effetti, in questo modo ha anche un suo grado educativo. 
Non sapevo che nell'antica Roma, l'aborto fosse una cosa quasi normale, al punto da utilizzarlo senza molti problemi. Interessante anche l'inimicizia tra romani ed ebrei, al punto che l'amore tra una ragazza ebrea e un romano non è neanche minimamente immaginabile (soprattutto da parte degli ebrei).
Alcune situazioni sono molto ironiche. Il senatore è un personaggio interessante, in questa storia viene letteralmente catturato dall'intelligenza di Mnesarete, e questo arriva addirittura a scatenare la gelosia del suo servo Castore, che si allea col contabile di casa Paride per far allontanare la donna.
Castore poi dà sfoggio di arguzia in modo molto efficace in diverse parti del libro.
Non sarà un capolavoro del giallo ma è una gradevole lettura.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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